Salute e Benessere 

Le psicosette e la manipolazione mentale. “Educare allo spirito critico”

di Gaetano Gorgoni  Esistono ancora in Italia tanti gruppi capaci di manipolare e devastare le vite dei loro adepti prosciugando i loro conti correnti. A Novara è stata scoperta, second...

di Gaetano Gorgoni  Esistono ancora in Italia tanti gruppi capaci di manipolare e devastare le vite dei loro adepti prosciugando i loro conti correnti. A Novara è stata scoperta, secondo le accuse degli investigatori che hanno monitorato per anni le vittime, una psicosetta che avrebbe ridotto in schiavitù donne e bambine. L’operazione “Dioniso” ha scoperchiato una vicenda che sembra scritta da Steven Spielberg. La psicosetta utilizza tecniche di manipolazione mentale graduali e raffinate per reclutare persone, in genere facoltose o sessualmente appetibili, per inserirle nel gruppo e costringerle a rimanerci dentro. Anche in Italia esistono queste realtà: è un falso mito che possano essere reclutati solo soggetti più fragili, secondo lo psicologo specializzato in sette, Luigi Corvaglia, che ha pubblicato diversi studi sull’argomento: “I meccanismi del controllo mentale sono così graduali e subdoli che possono rimanerci imbrigliati persino soggetti strutturati e con una buona cultura. Con l’informazione e un forte spirito critico si possono scongiurare adesioni di questo tipo”. Il recente caso di cronaca su una potentissima 'psicosetta', con base operativa a Novara ci offre lo spunto per tornare su un argomento spesso sottovalutato. Le accuse rivolte ai capi della psicosetta sono associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ed alla commissione di numerosi e gravi reati in ambito sessuale, anche in danno di minore. Le psicosette hanno sempre una meravigliosa “facciata esterna”, ma sono internamente molto “manipolative”. I leader di queste sette attirano le persone con l’inganno, ma spesso vogliono solo i loro soldi, la loro obbedienza e il loro tempo. Le tecniche utilizzate sono raffinatissime armi di reclutamento e controllo mentale. Nessuno può essere immune dal coinvolgimento in una psico-setta in un periodo difficile della vita. Chi vive da anni all’interno di una setta, del resto, confonde le aberrazioni con la normalità. La psicosetta isola dal resto dei familiari non aderenti e costruisce un mondo immaginario e salvifico che si trasformerà presto in un inferno. INTERVISTA ALLO PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA, SPECIALIZZATO IN SETTE, LUIGI CORVAGLIA A Novara alcuni psicologi sono accusati di aver collaborato con la psicosetta guidata da un 77enne: è uno schiaffo alla professione gravissimo. Sembra la trama di un film fantascientifico... “Così pare. In realtà di questo gruppo si sa ben poco con la polizia sta mantenendo un certo riserbo: potrebbero essere implicati nomi grossi”. Bisogna avere una “mente debole” per aderire a una psico-setta? “È un falso mito la credenza che solo le persone vulnerabili possano incappare in queste trappole. Ci sono momenti della vita in cui tutti siamo particolarmente vulnerabili per età, avvenimenti, crisi personali, di lavoro, matrimoniali e altro. Quindi anche una persona strutturata può cascarci”. Lei nel libro “No Guru” si scaglia contro le sette e i loro difensori (edito da C1V Edizioni, per la collana Scientia e Causa, a cura di Armando De Vincentiis, che si avvale, inoltre, della prefazione a firma di Janja Lalich, professoressa emerita di Sociologia nella California State University, Chico, USA ndr). Gli apologeti dei culti fanno da scudo a certe pericolose sette, vero? “Nel mio nuovo libro spiego come è possibile che persone strutturate possano fare la scelta di cadere in comportamenti così aberranti. Nessuno viene reclutato all’inizio in forma chiara per produrre tali comportamenti all’interno di una setta. È un processo lento, graduale e guidato in cui ogni cambiamento è minimo, rispetto a quello che si faceva prima, e impercettibile. All’inizio non si percepisce la direzione che si sta prendendo: ci si ritrova in una situazione assurda perché si arriva gradualmente. Se un certo comportamento viene preteso subito, il nuovo adepto non aderisce: si arriva lentamente alla situazione non voluta dalla vittima”. Esistono delle tecniche psicologiche usate dagli esperti per convincere le persone a entrare in una setta? “Ci sono delle tecniche di persuasione utilizzate anche da chi fa propaganda politica, marketing e pubblicità. Un famoso psicologo, Robert Cialdini, ha approfondito questo argomento...”. I manipolatori sono bravi entrare in sintonia core soggetto che attraversa una fase delicata, vero? “Certo, è importante per convincere il soggetto che può fidarsi”. Sconvolge il fatto che molte sette coinvolgano i bambini... “È avvenuto anche in alcune sette di matrice cristiana. Ci sono state alcune sette in passato che hanno puntato sulla ipersessualizzazione dei bambini, accusate di pedofilia”. Bisogna alzare la guardia e monitorare tutte queste realtà, vero? “Bisogna mantenere l’occhio vigile. Anche le ultime vicende di cronaca che riguardano questa presunta psicosetta, laddove dovesse essere tutto confermato, dimostrerebbe come il discorso dei difensori delle sette sia pericolosissimo. Ci sono studiosi, personaggi politici di secondo piano e tutto un sottobosco che protegge questo tipo di sette. In genere cercano di sminuire l’allarme e dicono che non c’è alcun pericolo. Difendono le persone che scelgono quelli che loro chiamano percorsi alternativi di vita, ma non è vero perché sono soggetti manipolati mentalmente”. Quali sono gli anticorpi che bisogna farsi per non essere ingannati? “Per non cascarci bisogna educare tutti, fin da piccoli, allo spirito critico. In quest’ultimo caso di cronaca sono coinvolti anche degli psicologi. La società può farsi gli anticorpi a queste persuasioni addestrando tutti a farsi delle domande su tutto. Farsi delle domande su un leader sulle sue verità è imparare a verificare...”.  ggorgoni@libero.it

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