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Il Premio "Nicola Fasano"nella residenza di Al Bano racconta il lavoro di due grandi maestri

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a cura di Titty Battista Due maestri che hanno fatto scuola Ogni “Premio” ha una sua finalità, ma come ogni finalità, ha anche un suo embrione, un suo “incipit” che non sempre coincide con il numero progressivo delle edizioni dello stesso. E’ il caso del premio “Nicola Fasano” – Grottaglie Città delle Ceramiche giunto quest’anno alla sua terza edizione. Ogni “premio” deve saper guardare al passato e, nel suo dinamismo, proiettarsi nel futuro senza smarrire la sua identità, cioè restando sempre se stesso ma con occhio attento a ciò che ci riserva il futuro. Tutto questo è il riconoscimento come dimostreremo in seguito. E’ un premio pensato e realizzato dal maestro ceramista grottagliese Giuseppe Fasano ma il suo “incipit” è da ricercare in quell’Albero genealogico dei maestri ceramisti grottagliesi tra i quali troviamo Nicola Fasano, padre di Giuseppe, e i suoi fratelli, anche loro ceramisti. Un tempo l’arte ceramica era considerata “povera” perché il suo era un mercato limitato anche se ricercato, era ricercato perché erano i ceramisti, o ruagnàre, a modellare piatti e stoviglie per le massaie di un tempo quando “re acciaio” non aveva ancora fatto la sua comparsa nelle nostre case. Pertanto questa tipologia di produzione era molto ricercata per utilità giornalieri nelle case. E si doveva fare molta attenzione a ben tenerla perché doveva durare una vita. C’era, infatti, “ ‘u conzagraste” pronto con un suo trapano, i fili di ferro e il miracoloso mastice a riparare soprattutto le grosse anfore o “capasoni” che dovevano custodire nel fresco dei sotterranei e delle cantine dei palazzi olio, vino, grano, carne e pesce in salamoia. Era questo un primo momento storico tra gli artigiani della creta e i nostri altrettanto laboriosi e saggi contadini. L’arte ceramica, intesa nella moderna accezione del termine, era poco praticata perché riservata al ceto più ricco della popolazione che arredava con splendide opere in ceramica i nostri palazzi nobiliari dei secoli scorsi. I grottagliesi, in particolare, non potevano fare a meno di esporre sulla ringhiera dei loro balconi, insieme alle piante fiorite i multicolori “pumi”. Si tratta di un emblema distintivo della produzione ceramica grottagliese. Quante cose racconterebbero i nostri pumi se potessero parlare! Nel passato con l’arte dei “ruagnàre” si viveva modestamente, l’argilla lavorata dava pane, ma in quel pane onestamente guadagnato c’erano tanta fatica e tanto amore. Ma c’erano anche tanti “trucchi del mestiere” che ciascuno sapeva tenere nascosto come tesoro da trasmettere in una eredità vera e intramontabile ai propri figli. Nicola Fasano ha fatto così verso i propri figli che hanno voluto continuare nel tempo l’arte e il mestiere del proprio genitore. Giuseppe Fasano ha fatto e continua a fare tutto ciò con tanto amore e professionalità. Il suo è un vero laboratorio fatto di idee ed opere concrete, non si ripete mai, è sempre alla ricerca del nuovo e del bello. Ed ecco che Giuseppe Fasano ha pensato di istituire questo premio che ha la valenza di ricerca in ambito internazionale dove ci sono eccellenze ciascuna nel proprio settore, ma ha anche la valenza di indicare ai giovani la strada buona e sicura da percorrere verso quella del successo. Chi riceve il Premio Fasano è meritevole di riceverlo, ma rappresenta anche a diventare a sua volta ambasciatore del “fare” utile, bello ed artistico. E l’arte, si sa, non conosce barriere. Si diceva che il premio guarda al futuro e quest’anno ha intrapreso un cammino ancora più importante, ha voluto mettere insieme la saggezza e l’arte del ceramista Nicola Fasano insieme a quella di un altro figlio della nostra terra, Carmelo Carrisi, padre dell’artista Al Bano. Anche in questo caso, come in quello di Nicola, è stato il figlio a mettere sul podio regale quell’arte contadina alla quale notiamo con piacere che i giovani si stanno avvicinando. Come Giuseppe Fasano, anche Al Bano, da ragazzo, ha accompagnato il padre nel duro lavoro della terra, ne ha apprezzato le molteplici doti e oggi anche se è diventato un notissimo cantante, il nostro Al Bano ha fatto della tenuta paterna a Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, la sua residenza e, soprattutto, ha saputo imprimere nei secolari vigneti della tenuta di famiglia tutto ciò che serve per produrre vino di alta qualità. E ci è riuscito con la stessa tenacia del padre. Questa sera i due maestri, affacciati al balcone del Cielo, si guardano soddisfatti per aver saputo bene seminare e oggi ben raccogliere. Questa sera Carmelo e Nicola si tengono per mano e sembrano voler lasciare un messaggio valido per tutti “sappiate fare sempre tesoro dell’insegnamento dei vostri padri, sono quelli veri e che, soprattutto, non tramontano mai!”. LA PREMIAZIONE Ai nastri di partenza la III edizione del Premio “Nicola Fasano” – Grottaglie Città delle Ceramiche. Il premio, fortemente voluto da Giuseppe Fasano, è intitolato al padre Nicola, celebre Maestro ceramista che per primo ha portato all’estero l’arte della ceramica grottagliese. Un’azione artistica e culturale continuata dai diretti discendenti: la famiglia Fasano, infatti, si tramanda l’arte della lavorazione della ceramica sin dal 1620. L’edizione 2019 si terrà nella splendida location della Tenuta di Albano Carrisi a Cellino San Marco. Cento ettari che parlano del legame che Al Bano ha con la terra e con la natura, della sua storia familiare ed artistica. Nel parco di questo regno, l’artista si è ricavato degli spazi tutti per sé, tra sentieri nei boschi, laghetti e collinette, piccoli eremi per la meditazione. La scelta della location è stata dettata anche dalla pluridecennale amicizia che lega Giuseppe Fasano ad uno degli artisti pugliesi più amati. Chi ha conosciuto in vita Nicola Fasano ne parla come di un artista vero, autentico figlio grottagliese, e vero maestro sul fronte della trasmissione dell’arte ceramica ai figli e a tantissimi studenti di tutta la provincia ionica. La serata comincerà con un ricordo di Nicola Fasano e Carmelo Carrisi, all’insegna della celebrazione delle radici e dell’arte tramandata di padre in figlio, a cura del Prof. Francesco Lenoci. Durante la serata, presentata dalla giornalista di TgNorba24 Maria Liuzzi, si alterneranno momenti di spettacolo e le premiazioni di personaggi che, con la loro attività, hanno dato lustro al nostro territorio. Tra i premiati il Prof. Francesco Schittulli (Oncologo e Presidente LILT), il Presidente di Confindustria Sergio Fontana, Michele e Salvatore Matarrese dell’omonimo gruppo di imprese edilizie, Angelo Perrino (Direttore di affaritaliani.it), Daniele Del Genio (Presidente di CNA Federmoda e patron del brand Rossorame), il presidente del Gruppo Norba, ing. Luca Montrone. Attese le esibizioni di Nunzio e Michele Laudadio (fondatori della Panam Band), dei Terraross, di Cinzia Tedesco e della violinista Nancy Barnaba. L’organizzazione del Premio ha deciso di devolvere parte del ricavato della serata all’Associazione S.I.M.Ba. di Taranto, che opera da diversi anni presso il reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale SS. Annunziata di Taranto.

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