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Scacco alla banda di "ladri ballerini": in arresto 11 persone

I carabinieri di Brindisi hanno sgominato una banda di ladri di auto che operava estorsioni con la tecnica del “cavallo di ritorno” tra Brindisi, Lecce e Taranto. Operazione alle p...

I carabinieri di Brindisi hanno sgominato una banda di ladri di auto che operava estorsioni con la tecnica del “cavallo di ritorno” tra Brindisi, Lecce e Taranto. Operazione alle prime luci dell’alba oggi, 19 giugno, nel brindisino. I carabinieri hanno dato esecuzione all'arresto nei confronti di 11 persone (7 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e una all’obbligo di dimora), ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, furti in abitazione e furti di auto-motoveicoli. A loro carico anche l'accusa di ricettazione dei relativi pezzi di ricambio. I reati risalgono al periodo tra il febbraio 2017 e il marzo 2018 a cavallo delle province di Brindisi, Lecce e Taranto. Le indagini sulla banda di "ladri ballerini" - immortalati dai carabinieri mentre accennano passi di hip hop prima di un furto - hanno preso il via nel marzo del 2017, in seguito alla denuncia di un tentato furto di autovettura da parte di un cittadino del luogo che aveva trovato la propria Alfa Romeo Giulietta con la portiera lato passeggero forzata. La attuuali indagini condotte dai carabinieri di Oria, si intrecciano con quelle di un altro procedimento penale del 27 giugno 2017 nei confronti di 13 persone, tra cui 9 degli  indagati di oggi, che ha portato alla condanna in primo grado di quattro di loro per un totale di 25 anni. Nonostante la pena, i condannati hanno però continuato a delinquere fino al marzo 2018. Le indagini che hanno portato agli arresti di oggi hanno consentito ai carabinieri di Oria di raccogliere, sin da subito, elementi di riscontro del fenomeno estorsivo, commesso sempre con le medesime modalità. In particolare hanno permesso la disarticolazione di un’associazione per delinquere dedita alla commissione di furti di autovetture e motoveicoli, furti in abitazione, nonché di estorsioni e ricettazione. Sono 25 le persone indagate, tra cui gli 11 destinatari del provvedimento cautelare, identificati grazie ad attività tecniche, nonché all’analisi delle immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza cittadini, sia pubblici, sia privati. Sono stati riscontrati 22 episodi di furti di mezzi, con restituzione degli stessi a seguito di richiesta estorsiva mediante il sistema del cosiddetto “cavallo di ritorno”, nonché svariati episodi di ricettazione dei pezzi di ricambio di auto rubate, due di favoreggiamento e un’evasione (in particolare, un indagato, per la commissione dei reati, si è sottratto al regime degli arresti domiciliari, cui era sottoposto). Inoltre, nel corso delle indagini, sono stati recuperati 29 veicoli rubati, già restituiti dai Carabinieri ai legittimi proprietari. Al vertice della banda, 2 persone con compiti decisionali, di pianificazione, di individuazione delle azioni delittuose e delle strategie di furto, estorsione e riciclaggio; una parte operativa composta da 6 persone, cui competeva l’individuazione materiale del bene da asportare, l’occultamento e anche la trattativa con la vittima per la richiesta “estorsiva” (nel senso, si è accertato che per le autovetture e per i motoveicoli gli indagati hanno richiesto cifre variabili dai 500 ai 2000 euro); due uomini ritenuti mandanti dei furti e preposti anche alle operazioni di smontaggio, rivendita e riutilizzo delle vetture rubate.  Nell’operazione è anche coinvolta un’altra persona, nei cui confronti si è proceduto con la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, ritenuto responsabile di ricettazione, per aver acquistato un tagliaerba provento di furto. Infine, anche una coppia di coniugi è indagata per favoreggiamento, avendo aiutato gli indagati a nascondere alcuni beni di provenienza illecita nel proprio giardino. Gli indagati sono apparsi spavaldi e professionali, tanto che non hanno desistito dal commettere altri delitti, nonostante il recupero da parte dei Carabinieri di 29 autovetture, che erano state nascoste in varie località impervie dell’oritano, indicate come “gubbie”, “bosco” e “foresta”. Spesso ha agito anche alla presenza della vittima, controllata a vista, così da permettere ai complici di operare indisturbati. Inoltre, come accertato, la banda ha anche tentato di rubare più autovetture nel corso dello stesso giorno. Nella misura cautelare, il GIP Dottoressa Stefania De Angelis, sulla base della richiesta formulata dal Sostituto Procuratore Dottor Luca Miceli, ha evidenziato: "Il pericolo concreto di reiterazione dei reati e la molteplicità degli episodi delittuosi, la reiterazione e sistematicità delle condotte perpetrate, il valore della merce trafugata, la sussistenza di elementi di collegamento certi fra gli attuali indagati e la professionalità dimostrata dagli stessi (nella predisposizione dei mezzi, nel reperimento dei beni da depredare e dei soggetti a cui consegnare la merce rubata), la disponibilità dei luoghi nei quali occultare le autovetture di illecita provenienza e anche la gravità del danno procurato alle numerosissime persone offese".

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