Economia e lavoro Brindisi 

Settore servizi sociali in crisi, dipendenti della cooperativa Genesi in protesta: stipendio in ritardo e rischio licenziamento

Oltre alla minaccia di licenziamento una lunga lettera informa i lavoratori Genesi dello slittamento degli stipendi: la protesta davanti al Comune di Brindisi

Il Sindacato Cobas ha organizzato un sit-in  in Piazza Matteotti, davanti al Comune di Brindisi, alle ore 11,00 di oggi, Giovedì 27 maggio, dove parteciperà una delegazione di dipendenti della cooperativa Genesi perché non ricevono lo stipendio: i lavoratori sono allarmati ulteriormente a causa di una lunga lettera ricevuta dalla cooperativa che afferma che i tempi sono lunghi per lo stipendio se non si sbloccano i pagamenti da parte del Comune di Brindisi.

I dipendenti vogliono i loro stipendi, non vogliono subire ricatti da parte di nessuno, mettono in piazza i loro problemi.

Una delegazione del Sindacato Cobas cercherà inoltre di essere ricevuta dal Sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, a cui racconteranno gli avvenimenti in corso aggiungendo altri gravi problemi dei dipendenti.

“I dipendenti Genesi che lavorano all’ADI(assistenza domiciliare) hanno  ricevuto il preavviso di licenziamento per fine mese di Maggio. Mentre non ricevono gli stipendi vengono fatte loro contestazioni disciplinari completamente inesistenti che prevedono sanzioni economiche - spiega Bono Aprile, responsabile Cobas - 

I dipendenti Genesi che operano presso altri servizi sociali continuano a rifiutare l’ipotesi di una nuova gara che conferma il taglio del 20% sulle risorse economiche che vengono assegnate. Il taglio del 20% già effettuato dalle diverse proroghe realizzate dal Comune di Brindisi ha portato al taglio delle ore di lavoro dei dipendenti e ad una riduzione delle attività a favore dei cittadini.

Il settore dei servizi sociali continua ad essere in gran fermento, a cui si aggiunge in questi giorni una nuova gara per gli asili nido in cui si avranno gravi ripercussioni a causa del taglio di un milione di euro e di un ulteriore processo di privatizzazione”.


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