Politica Ambiente Sanità Brindisi San Pietro Vernotico «Subito l'indagine epidemiologica», i deputati Mariano e Capone scrivono al ministro Lorenzin Stabilire le eventuali correlazioni tra l’aumento di particolari patologie tumorali e l’esposizione agli inquinanti delle popolazioni del brindisino e del Salento, dovute alla presenza sul... 18/12/2014 a cura della redazione circa 3 minuti Stabilire le eventuali correlazioni tra l’aumento di particolari patologie tumorali e l’esposizione agli inquinanti delle popolazioni del brindisino e del Salento, dovute alla presenza sul territorio dei noti impianti industriali le cui emissioni sono a più riprese indicate come possibili cause delle gravi malattie. Tradotto in due parole: indagine epidemiologica. Questo è l'obiettivo della richiesta dei deputati democratici Elisa Mariano, da San Pietro Vernotico, e Salvatore Capone, da San cesario, provincia di Lecce, al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, al sottosegretario, Vito De Filippo, al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e all’assessore al ramo, Donato Pentassuglia. «Soprattutto a Brindisi - sottolinea Elisa Mariano - dove il registro tumori non c'è e in questi anni molte indagini hanno evidenziato livelli patologici ben oltre la norma. So come l’emergenza ambientale a Brindisi rischi di non fare più notizia anche se i dati in nostro possesso sono preoccupanti. Ecco perché è necessario avviare campagne di monitoraggio e verifica, e farlo prima che sia troppo tardi. Comprendo e condivido le sollecitazioni delle diverse associazioni e movimenti tese a rivendicare l’indagine epidemiologica e sono d’accordo con le loro valutazioni di fattibilità. Inutile dire che su questo tema sono al fianco di tutti coloro che immaginano uno sviluppo pienamente sostenibile per l’ambiente e le persone. Per questo è necessario intervenire adesso, e farlo con tutti i mezzi a disposizione». Agire in fretta, quindi, perché, stando anche alle notizie che arrivano dalla cronaca, non c'è più tempo da perdere. «Già da tempo, anche con atti parlamentari - scrivono i due onorevoli - il Ministero e altre istituzioni preposte sono stati coinvolti in merito all’emergenza ambientale nel brindisino e nel leccese derivante dalla presenza di impianti industriali fortemente compromettenti i livelli di tutela e salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini e dalla presenza di discariche non autorizzate di rifiuti tossici e illegali, se non di discariche autorizzate ma utilizzate per fini differenti da quelli previsti. Una situazione definita più e più volte ‘a rischio’, anche secondo i dati in possesso del Ministero». I deputati dem, per avvalorare la loro richiesta, hanno ricordato i passi fatti fino a ora sulla strada dell'indagine epidemiologica. «Tale stato di cose ha portato, tra l’altro, alla presentazione di un ordine del giorno, da noi proposto e approvato dalla Camera, e all’incontro promosso dal sottosegretario De Filippo alla presenza dell’Istituto Superiore Sanità. Obiettivo della riunione, concordare le iniziative da intraprendere sul territorio, essendo stata verificata la disponibilità congiunta del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e della Regione Puglia all'effettuazione di indagini, monitoraggio e screening tali da verificare l’eventuale concomitanza tra l’aumento di patologie tumorali nel Salento e nel brindisino, confermate anche da recenti studi dell’Iss, e l’esposizione agli inquinanti delle popolazioni». Le condizioni per giungere all'indagine epidemiologica utile a valutare lo stato dell'arte in materia, quindi, ci sarebbero tutte. «Si tratta di dare concreto avvio alla fase operativa, con certezza di tempi e di risorse, con il varo delle azioni di screening e monitoraggio nella provincia di Brindisi e nel Salento e con la riorganizzazione dei dati epidemiologici già disponibili, così da comporre un quadro aggiornato di certezza conoscitiva. In questi giorni, peraltro - prosegue la lettera - dopo la diffusione di notizie relative alla presenza di uranio e cesio nel territorio di Andrano e in altri siti, tre nel Salento, uno nel brindisino, individuati nel corso delle indagini spettrografiche dei mesi estivi, tale esigenza è divenuta ancor più cogente. Un’esigenza inderogabile dettata da tre ragioni: poter fondare su dati certi e scientificamente rilevati ogni eventuale intervento volto a potenziare la prevenzione, costruire una mappa di riferimento certo su eventuali rischi cui è esposta la popolazione salentina e brindisina, impedire nella stessa l’insorgere di allarmismi».
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