“Nessuno può morire in solitudine in ospedale o in residenze sanitarie, privo del conforto di una persona amata. Non c’è alcun problema organizzativo insormontabile, a cominciare dalla vestizione e dal tampone molecolare, per poter assicurare un atto di conforto apparentemente alla nostra cultura millenaria”. Lo comunica il consigliere regionale Fabiano Amati. “Dopo mesi in cui abbiamo dovuto spiegare le necessità superiori di contenimento - prosegue - credo che sia giunto il momento di prendere a cuore la questione dei malati terminali no Covid e della loro morte in solitudine. Ci sono tanti malati terminali o anziani che muoiono ogni giorno senza poter stringere la mano alle persone che amano. Poiché il problema non è di decisione politica ma esclusivamente tecnico, ho scritto - annuncia Amati - al direttore del Dipartimento salute, Vito Montanaro, e al dirigente regionale, Onofrio Mongelli, per chiedere una valutazione urgente del problema e l’adozione di rimedi ragionevoli e con adempimenti burocratici ridotti al minimo”.
Il monito di Amati: “Nessuno può morire in ospedale o rsa senza il conforto di chi ama. Ho scritto a dirigenti regionali”
sabato 5 dicembre 2020
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