Salute e Benessere HIV e Aids, nel 2019 aumentano i malati nel Salento: l'intervista all'esperto L’1 dicembre si è tenuta la Giornata mondiale contro l’AIDS: i fari rossi hanno illuminato la facciata del Colosseo. Per eliminare la malattia dall’Italia bisogna tenere... 04/12/2019 a cura della redazione circa 5 minuti L’1 dicembre si è tenuta la Giornata mondiale contro l’AIDS: i fari rossi hanno illuminato la facciata del Colosseo. Per eliminare la malattia dall’Italia bisogna tenere alta la guardia. “Dai 30 casi del 2018 a Lecce si è passati a 50 nuovi infettati nel 2019, tutti per via sessuale” - ci spiega il dottor Anacleto Romano, che abbiamo sentito per un aggiornamento dei dati. Innanzitutto il virus si chiama HIV: lo stadio clinico avanzato dell’infezione causata da questo virus si chiama Aids. Sangue, sperma, secrezioni vaginali e latte materno sono i liquidi biologici con cui si trasmette il virus. In qualsiasi ospedale, in qualunque momento, è possibile fare il test gratuitamente e in forma anonima. di Gaetano Gorgoni Innanzitutto bisogna distinguere il virus da uno stato avanzato dell’infezione causata da quest’ultimo. Quindi cominciamo spiegando cos’è l’HIV: si tratta del virus dell’immunodeficienza umana. La parola ci aiuta a capire quali danni causa. Il virus infatti attacca e distrugge i globuli bianchi, i linfociti CD4, responsabili della difesa immunitaria dell’organismo. Come ci ricorda la parola “immunodeficienza”, il sistema immunitario viene gradualmente messo fuori gioco da questo virus, quindi, quando le nostre difese verranno a contatto con tutti gli altri virus, batteri, protozoi, funghi e tumori che incontriamo nella quotidianità, le nostre difese non saranno in grado di fermarli. L’AIDS (Acquired immuno-deficienty sindrome: sindrome da immunodeficienza acquisita), invece indica lo stadio clinico avanzato dell’infezione generata dal virus dell’HIV. L’insidia più grande e che la sindrome può esplodere dopo diversi anni dall’acquisizione dell’infezione, quando le cellule CD4 del sistema immunitario ormai, come soldati caduti sul campo di battaglia, calano vertiginosamente e l’organismo si trova senza difese. Ecco perché bisogna fare sempre dei controlli, quando ci sono stati rapporti a rischio. Oggi esiste anche la PrEP (profilassi pre-esposizione) che consiste nell’assumere una composizione di famaci attivi contro l’HIV prima dei rapporti sessuali. Questo tipo di terapia preventiva si è dimostrata efficace per tutte le persone sieronegative che mettono in atto rapporti a rischio. Il protocollo attualmente prevede che le compresse siano assunte 24 ore prima del rapporto sessuale e infine un’altra compressa dopo 24 ore. Chi fa questa terapia deve essere seguito da un infettivologo: chi vuole utilizzare la PrEP deve presentarsi in un centro malattie infettive. I CASI AUMENTANO A CAUSA DEL SESSO NON PROTETTO: ECCO COME AVVIENE IL CONTAGIO In occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS, che si celebra proprio a dicembre, abbiamo potuto fare un resoconto del 2019: i casi aumentano e sono dovuti al sesso non protetto. L’HIV si trasmette solo attraverso liquidi biologici (sangue e suoi derivati, sperma, secrezioni vaginali e latte materno) di persone con HIV inconsapevoli o che non stiano assumendo la terapia antiretrovirale. Chi fa terapia non infetta. Se i liquidi di chi non si cura entrano nel corpo di un’altra persona, attraverso ferite della pelle o lesioni anche non visibili delle mucose, il contagio è inevitabile. Dunque, le vie di trasmissione sono di carattere sessuale, ematica e verticale (cioè da madre a neonato, attraverso l’allattamento al seno). Non tutte le persone con HIV trasmettono il virus: la possibilità di trasmissione dipende dalla quantità di virus presente nel sangue o nelle secrezioni genitali della persona infettata. Una volta scoperto l’HIV bisogna utilizzare le terapie antiretrovirali che bloccano la riproduzione del virus nelle cellule, riducendo la quantità di virus presente nell’organismo. INTERVISTA AL DOTTOR ANACLETO ROMANO, DIRETTORE CENTRO MALATTIE INFETTIVE DELL’OSPEDALE VITO FAZZI DI LECCE Dottore ci siamo sentiti per conoscere i numeri del 2018, quali sono i numeri dell’HIV che riguardano il Leccese nel 2019? “I pazienti già in cura al Fazzi erano 560: il centro di Galatina ha chiuso e sono confluiti tutti qui. Quest’anno, a dicembre 2019, possiamo dire che c’è stato un aumento delle diagnosi di sieropositività rispetto all’anno scorso. Ci sono 50 nuovi casi. L’anno scorso erano 30 i nuovi contagi. Naturalmente c’è chi va a curarsi in altre province per motivi di privacy, quindi non possiamo dire con esattezza quanti residenti leccesi o brindisini contraggono l’HIV. Non ci si può curare privatamente perché la terapia possiamo prescriverla solo noi”. Come funziona la vostra attività ambulatoriale? “Siamo operativi tutti i giorni, all’interno dell’Ospedale Vito Fazzi, al piano terra della palazzina di malattie infettive (day service). Facciamo il test gratuito in qualsiasi momento, dopo un colloquio col medico (perché ci devono essere i presupposti), in anonimato e gratuitamente. Le visite per i pazienti che seguiamo, già presi in carico, li facciamo ogni settimana, il lunedì e il venerdì”. Qual è il profilo dei nuovi malati? “Prima le nuove infezioni colpivano prevalentemente omosessuali maschi giovani. Quest’anno, invece, registriamo la diffusione tra persone di età avanzata (oltre 50 anni), alcuni che si sono infettati anche 10 anni fa, e che ora stanno manifestando i sintomi della malattia. Questi soggetti scoprono in ritardo di essere malati, magari perché hanno avuto un infezione opportunistica. Quindi, nel frattempo potrebbero aver contagiato tante altre persone, fino a quando scoprono di essere sieropositivi. Oggi sono ripartiti egualmente eterosessuali e omosessuali infettati”. L’infezione attraverso la siringa è ormai una rarità, vero? “Sì, restano solo quelli infettati negli anni scorsi. Ormai la gente lo sa: i tossicodipendenti non rischiano lo scambio di siringhe. Il principale rischio è quello del sesso”. Com’è la qualità della vita di chi è stato infettato? “Se ci si cura può essere ottima, tranne per i soggetti che arrivano con una malattia in uno stadio avanzato. La sieropositività presa in fase iniziale consente di poter lavorare e fare la propria vita tranquillamente”. Ci sono nuovi farmaci per le cure? “Le industrie farmaceutiche creano sempre nuovi farmaci più efficaci, con minore tossicità. Il problema è che non esistono farmaci per guarire, si può tenere solo sotto controllo la malattia, attraverso farmaci da prendere per tutta la vita che comunque hanno una loro tossicità per l’organismo”. Siamo molto lontani dalla scoperta un vaccino efficace? “A questa domanda non posso rispondere, ma posso dire che ci sono diversi vaccini in fase di sperimentazione. Il problema è che il virus muta continuamente, quindi è impossibile, per il momento, trovare un vaccino realmente efficace”. La prevenzione resta sempre la stessa... “Controlli e preservativo”. Il test della saliva è quello del sangue hanno lo stesso grado di affidabilità? “Di recente abbiamo avuto un ragazzo falso positivo a causa del test salivare: il test del sangue è il più affidabile in assoluto”.
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