Spettacoli A Brindisi bisogna cogliere “L’attimo fuggente”, venerdì al Teatro Verdi, con Ettore Bassi Arriva a Brindisi una delle storie d’amore più famose del cinema: amore per la poesia, per il libero pensiero, per la vita. Tom Schulman ha scritto una straordinaria storia di legami, di ... 06/11/2019 a cura della redazione circa 3 minuti Arriva a Brindisi una delle storie d’amore più famose del cinema: amore per la poesia, per il libero pensiero, per la vita. Tom Schulman ha scritto una straordinaria storia di legami, di relazioni e di incontri che cambiano gli uomini nel profondo. Nel ruolo del professor Keating Ettore Bassi, fra i più amati interpreti italiani per il teatro, il cinema e la televisione. La pièce è diretta da Marco Iacomelli, già regista dei premiati «Next to normal» e «Green day’s american idiot». Ettore Bassi veste i panni del professor Keating nello spettacolo «L’attimo fuggente», in arrivo al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi venerdì 15 novembre, con sipario alle ore 20.30. Accanto a lui un affiatatissimo gruppo di giovani attori, che saranno i ragazzi della conformista Welton Academy cui il professore insegnerà a seguire passioni e slanci, magnifici e talvolta irrazionali, per renderli consapevolmente adulti. Nel 1959 l’insegnante di letteratura John Keating viene trasferito nell’austero collegio maschile Welton Academy di cui era stato un tempo allievo. Onore, disciplina, tradizione, eccellenza: questi sono i valori che la scuola difende e che i ragazzi devono imparare. Ma Keating è un professore molto diverso ed esige qualcosa di più. Cogliere l’attimo è ciò che veramente conta, per vivere senza rimpianti. Le parole, gli insegnamenti, l’atteggiamento del professore entusiasmano immediatamente i ragazzi, anche quelli più timidi e introversi, ma i suoi metodi anticonformisti entrano ben presto in collisione con le rigide regole del collegio. A trent’anni dal debutto cinematografico della pellicola di Peter Weir (il titolo originale del film è «Dead Poets Society»), che vide uno straordinario Robin Williams nel ruolo del protagonista, la storia dell’intraprendente insegnante di letteratura e dei suoi giovani studenti continua a suscitare emozioni. Epica la scena in cui gli alunni salgono sui banchi per salutare il professore con la celebre: «O capitano! Mio capitano!». Lo spettacolo, come il film, è una bellissima storia sul valore della poesia, del libero pensiero, sul coraggio di osare, di cambiare prospettive rispetto a quelle imposte dalla società, che detta modelli, linguaggi e stili di vita, troppo spesso omologanti. Il professor Keating è l’elemento di rottura per quegli studenti modello che assaporano la possibilità di essere padroni del proprio destino, un’eresia in un ambiente come quello del college che chiama al rispetto di schemi e canoni inamidati, tra regole severe e zero tolleranza. E invece Keating procede in direzione ostinatamente contraria, persuaso della necessità di consegnare ai ragazzi i veri valori della vita, di insegnare loro l’importanza di vivere momento per momento, perché ogni secondo che passa è un secondo che non tornerà mai più. Cogliere l’attimo è ciò che veramente conta. Succhiare il midollo della vita. Cogliere la rosa quando è il momento. «Portare sulla scena la storia dei giovani studenti della Welton Academy e del loro incontro con il professor Keating - ha detto il regista Marco Iacomelli - significa dare nuova vita a questi legami, rinnovando quella esperienza in chi ha forte la memoria della pellicola cinematografica e facendola scoprire a quelle nuove generazioni che, forse, non hanno ancora visto questa storia raccontata sul grande schermo e ancora non sanno “che il potente spettacolo continua, e che tu puoi contribuire con un verso”». Proprio Iacomelli ha avuto l’idea di portare «L’attimo fuggente» in Italia: «Nel 2016 ero a New York alla ricerca di ispirazioni. Tornando a casa mi sono trovato davanti a quel manifesto. D’istinto sono entrato in teatro e sono rimasto folgorato. Ci sono scene o frasi del film ormai entrate nell’immaginario collettivo, per esempio l’espressione carpe diem, il saluto della classe al professore espulso per aver spinto uno studente a realizzare i suoi sogni».
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