Salute e Benessere 

L’importanza di proteggere l’udito fin da piccoli, curare l’otite ricorrente

L’infiammazione dell’orecchio a cui sono spesso esposti i bambini nella fase dell’asilo nido e della scuola materna deve essere curata con molta attenzione. Bisogna accertarsi di ave...

L’infiammazione dell’orecchio a cui sono spesso esposti i bambini nella fase dell’asilo nido e della scuola materna deve essere curata con molta attenzione. Bisogna accertarsi di aver sconfitto l’infiammazione: può esserci bisogno dell’antibiotico e anche di piccole dosi di cortisone. “C’è la necessità di preservare un udito sano, perché serve anche ad apprendere meglio il linguaggio” - ha spiegato l’otorinolaringoiatra dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, Silvano Vitale, nel nostro incontro per la rubrica quotidiana “Salute Sette”. di Gaetano Gorgoni L’otite media acuta ricorrente nei più piccoli può manifestarsi anche quattro o cinque volte nel corso dell’anno. Si tratta di un’infiammazione acuta della cassa timpanica: è da considerarsi a tutti gli effetti infezione che colpisce le vie aeree superiori. Nella maggior parte dei casi (80% dei piccoli pazienti) sono dei virus a scatenare il problema, nei restanti casi si tratta di patologia di origine batterica. Tutto può cominciare con una rinite e col classico raffreddore. I bambini, da 1 a 4 anni, sono esposti a questo tipo di problemi perché il muco raggiunge facilmente la zona dell’orecchio e le difese immunitarie non sono pronte ed esperte come quelle di un adulto sano. La scolarizzazione precoce, l’uso del ciuccio, il mettere in bocca cose sporche, l’esposizione al fumo passivo e la familiarità sono i fattori di rischio più ricorrenti che scatenano questo tipo di otite nei piccoli. Gli esperti generalmente invitano a sottoporre il bambino a un controllo dall’otorinolaringoiatra. È necessario stabilire la monolateralità o la bilateralità degli episodi, la coesistenza di altre condizioni cliniche come la predisposizione di allergie, la presenza di intolleranze alimentari e la tendenza a sviluppare infezioni delle basse vie aeree. Gli esami per una diagnosi certa sono l’otomicroscopia (per individuare anche eventuali perforazioni della membrana timpanica), in pochi casi anche il prelievo del sangue per approfondire il profilo immunologico del piccolo paziente, e l’esame dell’udito per verificare se c’è un abbassamento o meno conseguente all’otite media ricorrente. La cura è farmacologica, spesso con l’antibiotico, ma qualche volta anche con medicine che rafforzano il sistema immunitario. Il dottor Silvano Vitale, specializzato nelle patologie dell’orecchio che riguardano i bambini, molto apprezzato dai pediatri leccesi, ci spiega come agire nei casi di otite ricorrente. I CONSIGLI DELL’OTORINOLARINGOIATRA DELL’OSPEDALE VITO FAZZI DI LECCE, SILVANO VITALE Dottore, l’otite ricorrente e la grande croce dei genitori con figli molto piccoli: come devono comportarsi e, soprattutto, bisogna mettersi in allarme? «La pericolosità consiste nel fatto che si tratta di un organo di senso e a lungo andare può comportare un abbassamento dell’udito, questo alla conseguenza di incidere anche sull’apprendimento del linguaggio del piccolo. Nella fase evolutiva un buon udito è fondamentale perché garantisce un ottimale sviluppo del linguaggio. Quindi, è assolutamente necessario intervenire tempestivamente. Soprattutto nel periodo invernale, i bambini si ammalano di un ‘otite catarrale’: viene prodotto del muco all’interno dell’orecchio e questo fa abbassare l’udito. Rimuovendo il muco l’udito ritorna come prima. Ma se questa patologia si ripete molte volte e l’udito resta abbassato per troppo tempo e questo può portare a una disabilità del piccolo». Cosa si può fare per prevenire il problema? «Ci sono diversi fattori di rischio, ma una delle principali cause è l’ingresso scolastico. I bambini vanno sempre più precocemente a scuola ed è giusto che vadano, perché socializzano e imparano tante cose, ma se vengono inseriti troppo precocemente si ammalano di più. Fanno quello che un tempo veniva definito il ‘militare dei piccoli’. Così si ammalano, ma imparano anche a difendersi: l’importante è che non si tratti di malattie un po’ troppo ricorrenti. Certe patologie a volte ritornano perché non sono curate bene o perché non viene curata curata la problematica retrostante. Se si tratta, ad esempio, delle infezioni respiratorie ricorrenti, i genitori devono fare i conti con la malattia del piccolo almeno una volta al mese: l’importante è che questi episodi poi si concludano con la guarigione effettiva. Il bambino deve poi stare bene e non perennemente ammalato». La grande questione è se, in caso di otite, sia sempre necessario l’antibiotico: lei cosa ne pensa?  «Le nostre linee guida sono molto stringenti e consigliano l’antibiotico in molti casi, specie se l'otite si manifesta in maniera violenta, con la febbre alta e pus dall’orecchio. Con l’otite più blanda, quando non c’è febbre alta, si può anche temporeggiare per capire se sia possibile evitare l’antibiotico: in questo caso si prosegue con l’antinfiammatorio. Ma è chiaro che, se si segue questa seconda strada, il bambino deve restare tutti giorni sotto osservazione, perché, se l’otite non passa, l’antibiotico è inevitabile». Quante ‘otiti catarrali’ nell’arco di un anno devono farci alzare la guardia? Ne bastano tre?  «Dipende dall’età del bambino: a volte ci sono problemi di adenoidi e cattiva respirazione del bambino. Bisogna anche capire se il piccolo soffre di allergie. Però anche quattro episodi possono essere la normalità. I bambini con delle patologie già esistenti, oppure con la sindrome di Down, hanno più possibilità di peggiorare in queste condizioni. La cura, tra l’altro, deve essere sempre basata sul tipo di bambino che ci troviamo di fronte». Quali sono le precauzioni, le accortezze da non dimenticare?  «È necessario tenere sempre il naso del bambino libero e pulito con un dispositivo che rimuova le secrezioni nasali». Come si fa la pulizia dell’orecchio?  «Meno tocchiamo l’orecchio e meglio è: la pulizia si può fare con un asciugamano bagnato e sottile. Meglio evitare il cotton fioc».  ggorgoni@libero.it

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