Cronaca Fasano 

Operazione della Dia, sequestro a Padova: sigilli alla villa e ai beni di un salentino

Sequestro da 2,5 milioni di euro alla società “I trulli” di proprietà di un pregiudicato: l'uomo, del brindisino, risultava nullatente. Operazione del Centro Operativo D.I.A...

Sequestro da 2,5 milioni di euro alla società “I trulli” di proprietà di un pregiudicato: l'uomo, del brindisino, risultava nullatente. Operazione del Centro Operativo D.I.A. di Padova insieme alla Sezione Operativa D.I.A. di Lecce a Padova. I militari hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Brindisi – Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di Giuseppe D'Onofrio, pregiudicato originario di Fasano ma operante da tempo in Veneto. Il sequestro ha interessato parte di una villa storica a Padova - “Barchessa di Villa Molin” - formalmente di proprietà della moglie di D’Onofrio, Annalisa Brondion, nonché le quote di capitale sociale della società “I Trulli Srl”, sempre con sede a Padova, per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni euro. D'Onofrio, fasanese di origine ma ormai noto commerciate nell’area veneta, era già gravato da precedenti penali in quanto esponente al vertice di una organizzazione criminale dedita al contrabbando di sigarette (anni ’80 e ’90), con precedenti specifici anche per traffico di stupefacenti e furto. L'uomo, dopo aver scontato l’ultimo periodo di detenzione tra maggio 2005 e agosto 2006 a Padova, era fuori grazie all'indulto ed era rimasto a vivere nella stessa provincia. L’attività della Dia, partita dalla Procura di Padova e successivamente trasmessa all’A.G. brindisina, ha consentito alle Articolazioni della D.I.A. di documentare il legame tra l'uomo, ufficialmente nullatenente, e i beni oggi sequestrati, acquistati con risorse provenienti da attività delittuose. In particolare, è stato possibile evidenziare come le disponibilità economiche investite per l’acquisto dell’immobile e per l’avvio dell’azienda “I TRULLI Srl” - società di commercio all’ingrosso e al minuto di prodotti alimentari - non potessero essere ascritte ad entrate lecite, in quanto sia Brondin sia D’Onofrio hanno dichiarato redditi pressoché insistenti.

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