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Nizza, il racconto di tre pugliesi sopravvissuti alla strage: "Ho chiamato mia madre mentre correvo, per dirle che ero vivo"

"Ho chiamato mia madre mentre correvo, per dirle che ero vivo". Alessio Passaquindici è di Bari, ma vive a Nizza dove ha intrapreso una brillante carriera da ballerino classico all'Op...

"Ho chiamato mia madre mentre correvo, per dirle che ero vivo". Alessio Passaquindici è di Bari, ma vive a Nizza dove ha intrapreso una brillante carriera da ballerino classico all'Operà. Era in strada, ieri, durante l'attentato. Come lo era Peppe che ha corso tra i corpi senza vita.  La testimonianza più dura è quella di Peppe D'Ingeo, coratino trasferito a Nizza. Era a 100 metri dal tir quando è accaduto tutto. "Mentre correvo vedevo i corpi di bambini e adulti morti. Ho visto scene terribili, ho vito un bambino abbracciato a sua madre per terra. E' terribile, sono distrutto". Un attimo prima, Peppe con amici, era sulla promenade a filmare i fuochi d'artificio.  "Dal luogo dell'attentato mi dividevano due palazzi - racconta a BariSette Alessio Passquindici -, ero in auto, rientravo a casa quando ho sentito due, tre rumori forti, ma c'erano appena stati i fuochi d'artificio, non ci fai attenzione. Dopo qualche secondo, ho sentito come un boato, tipo quelli che senti allo stadio, e alla mia sinistra ho visto gente correre ovunque. Ho chiesto ad un ragazzo cosa fosse successo, mi ha detto che era l'apocalisse. Abbiamo capito subito che era un attentato anche perché ci hanno detto di fuggire subito via. A quel punto ho sentito sparare a raffica. Erano lì, erano vicinissimi, si stavano avvicinando. Ho abbandonato la macchina per strada, ho iniziato a correre più forte che potevo. C'era gente che cadeva, una ragazza era a terra e piangeva, non si capiva niente. Ho corso verso nord, allontanandomi dal mare, finché non mi sono rifugiato in un portone. Mentre correvo ho chiamato mia madre, le ho detto: "Mamma sto correndo, c'è stato un attentato ma sto bene". Alessio però, chiarisce che quell'attentato "a Nizza ce lo aspettavamo". Lo stato di allerta era massimo, i militari - racconta - erano sempre ovunque. Anche Emanuele Chandra Costa, di Lecce, ballerino anche lui all'Operà, era per le strade di Nizza ieri sera. "Io e la mia ragazza ci siamo salvati per il cambiamento del vento", ci racconta. "Sono uscito di casa per andare a vedere i fuochi alle 22 circa - ci spiega Chandra - avevo quell'ora c'era un sacco di gente e c'era un vento forte, talmente forte che che io e la mia ragazza abbiamo pensato che sentire il rumore dei fuochi con quel vento assomigliava più ad una tempesta in arrivo, quindi abbiamo scelto di andare al Blast, un locale con sala biliardo a pochi passi dalla promenade. Dopo una trentina di minuti, una ragazza parlava ansiosa al telefono e il proprietario del locale ha annunciato che dovevamo chiuder immediatamente. La ragazza con il telefono ha comincito a piangere, a quel punto abbiamo capito. Eravamo spaventati, abbiamo affittato le biciclette e vedendo la gente correre ci siamo fiondati in casa. E' stato mio fratello Joshua a chiamami da Lecce e dirmi cosa fosse successo a pochi metri da me. Ci siamo salvati grazie al vento".  Fonte: Barisette.it

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