Ambiente Brindisi 

Rifiuti, si conferisce in Emilia. Intanto l’Oga chiede risorse alla Regione per revamping

A far data dal 12 luglio prossimo, saranno sospesi i conferimenti dei rifiuti del Brindisino presso gli impianti utilizzati sino ad oggi in provincia di Taranto e di Lecce (Massafra, Poggiardo e Caval...

A far data dal 12 luglio prossimo, saranno sospesi i conferimenti dei rifiuti del Brindisino presso gli impianti utilizzati sino ad oggi in provincia di Taranto e di Lecce (Massafra, Poggiardo e Cavallino).  Difatti, l’ordinanza del Presidente della Giunta Regionale, datata 11 febbraio scorso, è scaduta, ragion per cui l’Organo di Governo dell’Ato di Brindisi ha valutato altre soluzioni, mirate a risolvere la paventata insorgenza di situazioni di emergenza.  A seguito di una riunione tecnica, tenutasi presso gli uffici della Regione Puglia lo scorso 17 giugno, è emersa la mancanza di autosufficienza dei Comuni interessati per ciò che attiene al ciclo di trattamento e smaltimento dei RSU indifferenziati. E’ per questo che si è reso necessario individuare soluzioni alternative fuori regione. Da qui l’accordo raggiunto tra i Presidenti delle Regioni Puglia ed Emilia Romagna per il conferimento di 20mila tonnellate di RSU indifferenziato proveniente dalla provincia di Brindisi presso gli impianti di termovalorizzazione di Ferrara e Bologna, gestiti dal ‘Gruppo Hera’. La disponibilità di tali impianti, sulla base dei conferimenti medi che si registrano statisticamente nel periodo estivo, potrà garantire una autonomia di circa 60-70 giorni a far data dal 12 luglio. E si arriverebbe a metà o, al massimo, fine settembre.  Ma la complessità dei trasporti da parte dei Comuni dell’OGA ha reso necessario anche che tale attività venga organizzata, a partire dal 12 luglio, da ciascun Comune.  Per quanto riguarda Brindisi, l’Amministrazione sta valutando la possibilità di affidare ad un gestore privato l’impianto di compostaggio di via per Pandi, per la sola sezione dove è ubicata la ‘tramoggia’ destinata al trasbordo e che, se praticabile, potrebbe rendere la struttura utilizzabile anche dagli altri Comuni dell’OGA, con costi da quantificare. Ma quali sono i costi praticati da tali impianti alle Amministrazioni per poter conferire i propri rifiuti? Per il solo conferimento, si parla di 118 euro a tonnellata, cui va aggiunto, se praticabile, il trasporto per ulteriori 65 euro a tonnellata (tariffa ufficiale in via di definizione, sulla scorta dei preventivi che il gestore sta acquisendo). Va detto che i costi di trasporto sono calcolati su un carico di 28 tonnellate per ogni mezzo e che, quindi, potrebbero subire incrementi laddove, nelle attività di trasbordo, le operazioni di caricamento non dovessero permettere di utilizzare tutta la capacità degli autoarticolati.  Ai costi di cui sopra sarà necessario aggiungere anche una aliquota dovuta alla Regione Emilia Romagna (ai sensi del comma 7 dell’Art. 35 del decreto Sblocca Italia) stabilito in altre 14 euro a tonnellata di rifiuto.  Questo, per ovviare al problema sino a settembre. Ma poi, cosa succederà? Cosa sarebbe auspicabile? Intanto, servirebbe che la Regione Puglia sbloccasse i finanziamenti per il revamping, ovvero la ristrutturazione dell'impianto Cdr (sfruttando la capacità massima di smaltimento), in quanto Brindisi non è autosufficiente.  A settembre,  infatti, si porrà nuovamente il problema di individuare un impianto per il conferimento: escludendo Lecce, Taranto e l’Emilia Romagna, dove andremo? A Brindisi, ‘grazie’ alla ditta Nubile che lo ha devastato, manca un impianto di biostabilizzazione (la biostabilizzazione è una operazione di trattamento dei rifiuti che, per legge, evita il conferimento in discarica della spazzatura, cioè del rifiuto “tal quale”, ndr). Possibile che la Regione abbandoni l’Oga Brindisi ed i Comuni al proprio destino? Eppure esistono dei fondi stanziati per la linea ‘remat’ (recupero materiale) del Cdr. L’Oga Brindisi ha già chiesto che tali risorse vengano dirottate per procedere ad un più semplice revamping, visto che non si può certo fare un ‘remat’ su un impianto scadente. Nello specifico il funzionario OGA, ingegnere Gianluca Cuomo ed il sub Commissario OGA Floriana Gallucci hanno rinnovato la richiesta (di cui alla nota Prot. 28269 del 05.04.2016) di “valutare la possibilità di utilizzare i fondi destinati alla linea Remat (di cui alla Delibera CIPE 79/2012) per il finanziamento del ripristino dell’impianto di via per Pandi di Brindisi, secondo le indicazioni progettuali degli elaborati redatti da Amiu Puglia S.p.A., ovvero di altro progetto di adeguamento mirato alla riattivazione delle strutture. Ciò – si legge nella lettera - al fine di poter garantire in tempi congrui la riapertura dell’impianto pubblico in narrativa e permettere al territorio brindisino di disporre nuovamente di un impianto di biostabilizzazione che permetterebbe ai Comuni di evitare di ricorrere ad altri impianti analoghi ubicati fuori ambito, con le immaginabili ripercussioni economiche sui bilanci delle Amministrazioni comunali”. Ora si attendono risposte.  Pamela Spinelli  

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