Scuola Brindisi 

Diritto allo studio negato ad un ragazzo: la politica se ne lava le mani

Vuole frequentare a tutti i costi l’Istituto per geometri, ma la classe non raggiunge il numero previsto per legge (16 ragazzi, ndr) e, quindi, non potrà iscriversi nell’istituto in...

Vuole frequentare a tutti i costi l’Istituto per geometri, ma la classe non raggiunge il numero previsto per legge (16 ragazzi, ndr) e, quindi, non potrà iscriversi nell’istituto incline alle sue aspirazioni. Intanto, la politica nazionale e locale latita. E’, in sintesi, la paradossale ed agghiacciante vicenda che interessa, purtroppo, un ragazzo di Francavilla Fontana, al quale gli si sta negando, di fatto, il diritto allo studio, in barba al futuro del Paese ed alle belle parole che i politici sono soliti proferire. A rendere noto il tutto è Giovanni Taurisano, padre dello studente (ora frequentante la terza media, ndr), il quale, amareggiato ed indisposto per la situazione inaccettabile, scrive direttamente al Provveditore Vincenzo Melilli, al presidente dalla Provincia Maurizio Bruno, al presidente della Regione Michele Emiliano, al Ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini ed all’assessore regionale all’Istruzione Sebastiano Leo, senza, però, ricevere risposta alcuna, quasi fosse trasparente.  Nello specifico, Taurisano figlio ha scelto da tempo, seguendo le proprie inclinazioni scolastiche, l’indirizzo C.A.T. (ex geometra), presso l’istituto superiore di Brindisi, il “Belluzzi”. Ma esattamente un mese fa (20 maggio scorso) la dirigente scolastica, la professoressa Clara Bianco, dell’istituto in questione, ha informato il padre dello studente che la classe (sarebbe stata la prima dell’intero istituto), dato l’esiguo numero di studenti aventi scelto il medesimo indirizzo (11, per l’esattezza, a fronte di 16 previsto per legge, ndr), non si sarebbe potuta formare, invitando, così – paradossalmente a detta del genitore - tutti e 11 i ragazzi ad iscriversi presso il Nautico o il Commerciale, contravvenendo, quindi, a quelle che sono le volontà e le aspirazioni scolastiche degli studenti. Un comportamento, quello della dirigente scolastica, poco consono a quello che il proprio ruolo di educatrice le ‘imporebbe’. Pertanto, nella stessa circostanza, Giovanni Taurisano ha rimarcato il fatto che la scelta del figlio di iscriversi presso il Belluzzi di Brindisi fosse stata mirata, sia per il buon nome della scuola e sia, cosa non meno importante, per la facilità di raggiungerla con i mezzi, dato che il ragazzo è residente a Francavilla Fontana. Prima della data della comunicazione da parte della dirigente, padre e figlio avevano visitato un’altra scuola con lo stesso indirizzo, ad Ostuni, ma era stata scartata per la difficoltà di raggiungimento: ci sarebbero voluti ben quattro cambi di autobus della linea FSE; un vero e proprio incubo, dunque. Attesa, dunque, l’assurda situazione, il papà del ragazzo ha provveduto immediatamente ad informare della vicenda il presidente della Provincia, Bruno, esortandolo a trovare una soluzione al problema. Ma questi, in tutta risposta, avrebbe ‘gentilmente’ declinato l’invito, consigliando anch’egli al ragazzo di cambiare indirizzo. In seguito, sempre Giovanni Taurisano ha cercato ed ottenuto un colloquio con il provveditorato agli studi di Brindisi, Melilli. Quest’ultimo, dapprima, si è mostrato sensibile alla delicata questione, per poi ignorarne le successive sollecitazioni di Taurisano. Addirittura, la segretaria del provveditore avrebbe riferito a Taurisano che Melilli ha questioni ben più importanti da risolvere. Anche le alte pertinenti cariche politiche nazionali e locali, quali il ministro Giannini ed il Governatore Emiliano, avrebbero bypassato il problema ed eluso le ‘chiamate’ di Taurisano. In aggiunta, lo studente in questione sarebbe persino disposto a trasferirsi a Mestre, Venezia, dove risiedono i nonni, pur di frequentare l’indirizzo scelto.  Un atteggiamento inaccettabile, quello assunto dalle istituzioni nei confronti del giovane studente, perchè dovrebbero invogliare i percorsi scolastici e le ambizioni dei ragazzi ed i loro sogni, sia per una formazione personale ma anche perché si fa tanto dire che “i giovani  sono il futuro del Paese”. Eppure, anche la legge è dalla parte del ragazzo. Sia l’art. 34 della Costituzione che l’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo sostengono che la scuola è aperta a tutti e che ogni individuo ha il diritto all’istruzione. Istruzione che, ricordiamo, deve essere messa a disposizione di tutti.  Riprendendo anche una significativa citazione di Piero Angela, il signor Taurisano dice ancora che “l’insegnante è la persona alla quale un genitore affida la cosa più preziosa che il proprio figlio possiede, ovvero il cervello. Glielo affida perché lo trasformi in un oggetto pensante”. D’altro canto, l’insegnante è anche la persona alla quale lo Stato affida la collettività dei cervelli, affinchè diventi il Paese di domani. Nessuno dovrebbe interporre barriere e/o ostacoli tra la cultura o diritto all’istruzione e lo studente che vuole emergere ed imparare.  Per porre rimedio alla grottesca e kafkiana situazione - tanto per usare un eufemismo - Giovanni Taurisano ha anche avanzato alcune ipotesi di soluzione: “Ho chiesto di avviare ugualmente il corso C.A.T. – ha dichiarato il padre dell’alunno – formando una classe articolata, poiché la maggior parte delle materie scolastiche del biennio sono comuni a tutti e tre gli indirizzi presenti al Belluzzi-FlaccoCarnaro di Brindisi. Oppure, interpellare alcuni ragazzi iscritti al geometra di Ostuni, chiedendo loro di trasferirsi al Belluzzi e, dato i disagi, offrendo loro l’abbonamento gratuito del trasporto pubblico o fornendoli libri in comodato d’uso gratuito per tutta la durante del quinquennio”. E se ciò ancora non fosse proprio possibile, Taurisano ha avanzato l’ennesima soluzione, che sa tanto di polemica (seppure del tutto lecita): “Sarebbe opportuno – ha concluso Giovanni Taurisano – attivare un servizio di linea Francavilla-Ostuni di cui ne usufruirebbe anche l’intera collettività. E pensare che ci sono tanti servizi di linea che potrebbero essere soppressi, in quanto non c’è utenza”. Di questa ultima affermazione, Taurisano ne è più che certo, atteso che è un dipendente di una azienda che opera nel settore del trasporto pubblico. Si spera, quindi, che si smuovano le coscienze di chi palesa una certa incuranza al gravissimo problema. Una solerte risposta da parte delle istituzioni competenti sarebbe obbligatoria, in quanto ognuno ha diritto allo studio ed a perseguire i proprio obiettivi, sia anche per un futuro, forse, migliore.  Tommaso Lamarina  

Potrebbeinteressarti