Cronaca Fasano 

Sequestro di oltre 2mila ricci di mare da parte della Capitaneria

Proseguono i controlli dei militari della Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Brindisi sotto il Comando del Capitano di Vascello Salvatore Minervino per arginare il fenomeno della raccolta e ve...

Proseguono i controlli dei militari della Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Brindisi sotto il Comando del Capitano di Vascello Salvatore Minervino per arginare il fenomeno della raccolta e vendita abusiva di ricci di mare e di impiego di acqua di mare abusivamente prelevata da destinarsi alla somministrazione di prodotti ittici. Nella tarda mattinata odierna, il personale della Sezione di Polizia Marittima e Difesa Costiera del Comando brindisino, già impegnato nel dare seguito alla massiccia attività di controllo in essere e che, nella giornata di sabato 9 Aprile scorso, ha portato al sequestro di un impianto abusivo per il prelievo di acqua di mare e di ricci di mare senza tracciabilità, ha individuato e sottoposto a controllo lungo la costa tra Torre Canne e Savelletri un automezzo, all’interno del quale è stato rinvenuto un quantitativo di circa 2.000 ricci di mare. Alla richiesta dei militari, gli occupanti non hanno saputo fornire indicazioni circa la provenienza del pregiato prodotto ittico, tantomeno sono stati in grado di fornire una valida documentazione di tracciabilità. A questo punto, allo scopo di scongiurare che tale prodotto di dubbia provenienza potesse finire all’interno di qualche esercizio di ristorazione piuttosto che sulle tavole dei cittadini, è scattato il sequestro con contestuale irrogazione di una pesante sanzione amministrativa per un importo massimo di 4.500 €. I ricci sequestrati, essendo freschi e ancora allo stato vitale, sono stati immediatamente reimmessi in mare in modo da consentire la riproduzione ed il ripopolamento. La Guardia Costiera richiama l’attenzione dei consumatori sull’importanza di acquistare esclusivamente prodotti ittici di cui sia nota la provenienza. In particolare, il riccio di mare, essendo un animale filtratore, potrebbe rivelarsi un pericolosissimo veicolo di trasmissione di malattie.  L’assenza di tracciabilità è peraltro sintomatica di attività illecite perpetrate da individui che, oltre ad effettuare l'attività di pesca con modalità illegali piuttosto che in zone non consentite, pongono in vendita il pescato in maniera altrettanto illegale, creando una condizione di rischio per la salute dei consumatori. Il Comandante della Capitaneria di Porto informa che, ai sensi del decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del 12 Gennaio 1995, nel periodo a partire dal 1 Maggio e fino al 30 Giugno inclusi sarà in vigore il cosiddetto “fermo” vale a dire il divieto di raccolta, detenzione, trasporto e commercializzazione del riccio di mare. Il divieto si applica a tutti i soggetti che effettuano tali attività quindi, non solo ai pescatori professionali autorizzati ed ai pescatori sportivi, quanto a tutti quei soggetti che a vario titolo creano la domanda e l’offerta durante il periodo di fermo. Si ricorda, inoltre, che tale divieto viene imposto al fine del ripopolamento e della ricostruzione dello stock ittico e che, la violazione di tale precetto comporta una sanzione fino a 12.000 €.  

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