Economia e lavoro 

Cgia, statali più malaticci dei dipendenti privati. Ma solo in Puglia aumentano in entrambi

Nel 2014 un dipendente pubblico su 2 è rimasto a casa per malattia, uno su 3 nel privato. A stabilirlo è l'Ufficio studi della CGIA di Mestre elaborando i dati Inps. In Puglia, contraria...

Nel 2014 un dipendente pubblico su 2 è rimasto a casa per malattia, uno su 3 nel privato. A stabilirlo è l'Ufficio studi della CGIA di Mestre elaborando i dati Inps. In Puglia, contrariamente a quanto avviene nel resto del Paese, il fenomeno è in aumento in entrambi i settori. Il 55% del totale dei dipendenti pubblici italiani, nel 2014, è rimasto a casa per malattia. Molti più che negli anni precedenti. Tendenza riscontrata anche in Puglia: nel 2012 hanno chiesto congedo 273.566 lavoratori pubblici, nel 2013 sono stati 295.729 e, nel 2014, 294.891. Un incremento che tradotto in percentuale segna un +7,8. Molte meno assenze le fanno i colleghi che lavorano nel privato.  La media nazionale parla di un lavoratore su 3, equivalente al 35 per cento del totale. Se in tutte le regioni, si registra un decremento dei permessi, in Puglia accade esattamente il contrario: è l'unica regione in Italia dove si registra, anche nel privato, un incremento delle assenze per motivi di salute, pari al +2,3 per cento rispetto agli anni precedenti.  La durata della malattia è superiore tra i lavoratori del settore privato. Se nel 2014 questi ultimi sono stati a casa mediamente 19 giorni, i dipendenti della macchina statale hanno collezionato un giorno di assenza in meno. "Voglio essere chiaro – sottolinea il coordinatore dell'Ufficio Studi della CGIA Paolo Zabeo  – queste cifre vanno interpretate con grande attenzione. Sarebbe fuori luogo strumentalizzare i  risultati che emergono da questa analisi, mettendo gli uni contro gli altri, ad esempio gli autonomi contro i dipendenti pubblici. Al netto dei casi limite che, a quanto sembra, si concentrano in particolar modo in alcune aree del Paese,  anche il pubblico impiego può contare su un alto livello di professionalità e di correttezza dei propri dipendenti.  Detto ciò, è doveroso colpire con maggiore determinazione chi non fa il proprio dovere, vale a dire coloro che, assentandosi ingiustificatamente, recano un danno all'ente per cui lavorano, ai propri colleghi  e, più in generale, a tutti i contribuenti".  

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