Politica Acque agitate in Fi, Taurino: «Da Vitali soluzioni pasticciate, a Latiano non si presenterà neanche la lista» Paolo Taurino, dirigente locale di Forza Italia, non ha dubbi: la crisi del partito ha un nome e un cognome, quelli di Gino Vitali, coordinatore regionale scelto dal presidente Silvio Berlusconi per r... 20/03/2015 a cura della redazione circa 2 minuti Paolo Taurino, dirigente locale di Forza Italia, non ha dubbi: la crisi del partito ha un nome e un cognome, quelli di Gino Vitali, coordinatore regionale scelto dal presidente Silvio Berlusconi per risalire una difficile china nella quale s'è infilata quella che era la prima formazione politica d'Italia. Una diaspora che sta distruggendo il partito: questo è quanto sta accadendo in Fi, almeno a livello locale, e i cui effetti sono visibili in paesi, ad esempio, come Latiano, l'unico Comune con più di 15mila abitanti a non presentare una lista alle prossime consultazioni amministrative composta da membri del partito di Silvio Berlusconi. La bandiera tricolore con lo slogan/nome Forza Italia, dunque, non sventola più a Latiano, un paese dove, storicamente, il solo simbolo garantiva un'altissima percentuale di voti, trascinando la gente alle urne grazie quasi esclusivamente al carisma del leader di Arcore. L'analisi di Paolo Taurino, dirigente locale del partito e molto vicino a Raffaele Fitto, fresco di annuncio della candidatura alla presidenza della Regione, circa la situazione politica del partito parte proprio da Latiano, dove nei 3 schieramenti che vanno via via formandosi a sostegno dei 3 candidati sindaco, il primo cittadino uscente, Antonio De Giorgi, la new entry della politica, Cosimo Maiorano, e l'amministratore esperto e navigato, Claudio Ruggiero, sono presenti esponenti che si rifanno, per storia, tradizione o militanza, a Forza Italia. Le 3 coalizioni, poi, al loro interno conservano una componente di centrosinistra che le rende, praticamente, incollocabili nell'arco politico: Latiano, in breve, potrebbe essere il primo paese post ideologico della Nazione, con coalizioni al governo e all'opposizione non identificabili in un preciso schieramento. «A Latiano - ragiona Taurino - un professionista stimato come Massimiliano Baldari, bandiera di Forza Italia in un paese di centrosinistra, è stato costretto ad allontanarsi dalla gestione delle candidature nel momento in cui l’onorevole Gino Vitali ha proposto pasticciate soluzioni contro la sua candidatura a sindaco, sostenuta da tanti amici: ebbene, a Latiano, l'unico paese d'Italia con oltre 15mila abitanti in cui Forza Italia non presenterà il proprio simbolo nelle elezioni amministrative di maggio prossimo è l'ennesima vergogna dell'attuale gestione del partito». Baldari si è dimesso da commissario cittadino di Fi e si è avvicinato alla coalizione del sindaco uscente De Giorgi, della quale fanno parte anche il Partito Democratico e Sel. Stesso discorso vale anche per le altre due formazioni: si va da ex amministratori di Rifondazione Comunista fino agli ex finiani di Alleanza Nazionale, transitati nel Pdl e approdati, poi in Forza Italia. «Come può, Berlusconi, tollerare che Forza Italia si possa ridurre a quello che è diventata in provincia di Brindisi? Un gruppo di 4 amici al bar, animati da odio e rancore che per interessi personali e vendette da far west riduce il partito a percentuali da prefisso telefonico. Spero che il presidente Berlusconi si renda conto della situazione prima che sia troppo tardi».
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