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Liste d'attesa, i medici replicano a Pentassuglia e Pasqualone: «La situazione è questa per colpa dei tagli»

Dopo le dichiarazioni dell'assessore regionale alla salute, Donato Pentassuglia, il quale ha imputato ai medici una parte della responsabilità degli abnormi tempi d'attesa che bisogna sopportar...

Dopo le dichiarazioni dell'assessore regionale alla salute, Donato Pentassuglia, il quale ha imputato ai medici una parte della responsabilità degli abnormi tempi d'attesa che bisogna sopportare prima di poter ricevere una qualche prestazione nelle strutture della sanità pubblica regionale, gli ordini dei medici e degli odontoiatri della Puglia rispondono, andando contro la Regione e le Asl.   Restringendo il discorso a Brindisi, Pentassuglia ha anche dichiarato che i brindisini, in circa il 40% dei casi, hanno rifiutato di anticipare la data della prestazione prenotata pur di non cambiare struttura. Sulla stessa linea di Pentassuglia si è collocato il commissario straordinario della locale Asl, Giuseppe Pasqualone, che ha parlato di alcuni casi in cui le liste d'attesa sarebbero appositamente create dai medici per indirizzare l'utenza verso gli studi privati. La dichiarazione di Pasqualone ha prodotto la replica di Emanuele Vinci, presidente dell'Ordine dei medici di Brindisi, il quale, con una nota ufficiale, ha chiesto conto al manager dei colleghi che sarebbero stati beccati a determinare dolosamente l'allungamento delle liste. «Le chiedo – scrive Vinci - di segnalare eventuali comportamenti anomali che permettano all'Ordine di verificare eventuali violazioni del Codice di deontologia medica». In buona sostanza, Vinci chiede di smascherare quei medici che avrebbero favorito il privato a scapito del servizio e della reputazione della sanità pubblica. Il quadro tracciato da Pentassuglia e ripreso da Pasqualone non è piaciuto ai medici che si sono sentiti chiamati in causa e hanno deciso di riprendere il discorso e rispondere alle accuse. «Le  liste di attesa in Puglia – scrivono i presidenti degli Ordini dei medici della Puglia - rappresentano l’indicatore più importante della diseguaglianza che affligge il sistema sanitario regionale, che è la diretta conseguenza della gravissima carenza di personale medico e sanitario, causata dalle scellerate politiche economicistiche operate negli ultimi anni nella nostra Regione». Senza troppi giri di parole, i professionisti puntano il dito, sostanzialmente, contro i loro accusatori, imputando alla politica e alla gestione delle aziende la gran parte della responsabilità per la situazione venutasi a creare. «Gli Ordini dei medici hanno apprezzato le dichiarazioni del capogruppo del Pd, Pino Romano, che riconosce l’impegno dei medici per ridurre, per quanto possibile, le liste di attesa in Puglia e si associano al capogruppo di Forza Italia, Ignazio Zullo, quando marca come “un’ingiustizia il tentativo di scaricare le responsabilità su chi, con enormi disagi, si sottopone anche a turni di lavoro massacranti pur di non far mancare ai cittadini i livelli minimi di assistenza sanitaria”». Le misure disposte per porre un argine all'allungamento delle liste d'attesa, secondo i medici, non sarebbero sufficienti. «La sola apposizione dei codici di priorità sulle ricette  non è sufficiente a risolvere il problema, visto che ancora oggi non sono attive in molte Asl le agende per priorità e lì dove presenti spesso sono chiuse per mancanza di personale». I medici, a questo punto, chiedono chiarezza. «Pur comprendendo le difficoltà economiche in cui versa la  Regione, gli Ordini ritengono doveroso che il governo non cerchi scuse pretestuose per giustificare le liste di attesa ma ammetta che sono frutto di una stagione di tagli e sacrifici. Solo l’impegno e lo spirito di servizio di tutti gli operatori sanitari ha consentito finora, nonostante le gravissime carenze, di garantire l’assistenza ai cittadini. A oggi, non si è avuta risposta dall’amministrazione regionale alle continue sollecitazioni degli Ordini per aprire un confronto sulle politiche sanitarie programmate. Per questo ribadiamo l’invito alla Regione a istituire un tavolo sulle politiche della professione, quale misura imprescindibile per affrontare i gravi segnali di crisi della sanità in Puglia, che investono l’autonomia e l’indipendenza dei medici e il diritto alla salute dei cittadini».

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